Gabriele Scarponi

 

La non-convenzionalità di Gabriele Scarponi è tutta da scoprire.
Gabriele è un ragazzo giovane, positivo e sorridente di Albisola Superiore, in provincia di Savona.
Un tipo di poche parole, ben pesate, che arrivano dove devono arrivare, senza fronzoli.
Anche la sua ironia non è roboante, ma diretta e incisiva.

Sarà che Gabriele ha studiato parecchio, prima lingue al liceo e poi comunicazione all’università.
In quegli anni, però, l’attività di famiglia reclamava nuove energie e allora ha deciso di investirle tutte lì, nel bar-gelateria gestito dalla madre: un laureato che fa il gelato.

Erano anni buoni, gli anni 80-90, e la madre di Gabriele voleva iniziare a fare gelati.
Un incontro fortuito l’ha portata a conoscere Carlo Pozzi, che l’ha aiutata ad avviare la parte gelateria del bar. Gabriele era ancora troppo giovane, ma evidentemente qualche traccia di un battesimo così importante deve essergli rimasta dentro.

Gabriele ha tante anime da raccontare: è laureato in comunicazione ma fa il gelatiere, è ligure ma tifa Roma, ama il mare e ci lavora a due passi ma non lo vede praticamente mai, forse qualche volta d’inverno quando la gelateria chiude le porte e Gabriele fa le valigie. Lavora anche come tecnico del gelato in giro per il mondo: Roma, Parigi, Madrid, Dubai, Chicago, Los Angeles, Miami, Londra… un buon modo per mettere in pratica la sue abilità linguistiche.

Gabriele è un amante della produzione più che della vendita. Un alchimista del gelato il cui habitat naturale è il laboratorio.
Al gelato ci è arrivato più per dovere che per vocazione, ma poi una scintilla è scattata veramente: era il gennaio del 2009 e aveva vinto un riconoscimento alla fiera Sigep. E non è stato certo l’unico nella sua carriera.
Così, passo passo, Gabriele si è appassionato ed è cresciuto così tanto da aprire una seconda gelateria, Ara Macao, a pochi passi dal mare, ma 100 metri lontana da tutto: “se vuoi andarci” – ci dice – “devi proprio volerci venire, perché non ci passi per caso, dopo il mio punto vendita la strada finisce”.

Una scelta azzardata ma che che porta Gabriele a reinventarsi ogni giorno per convincere i suoi clienti a fare quei 100 metri in più.

In bocca al lupo, Gabriele!