Mese: Giugno 2018

Antonio Luzi

Scelto dalla redazione

 

Immaginatevi di essere un giovane amante del mare, a cui piace il confronto aperto con le persone, la libertà e la creatività.. ebbene, vi vedreste a lavorare nel settore bancario della metropoli milanese?

Se la risposta è “no”, la pensate come Antonio Luzi, che, forte della sua laurea in economia, ha lavorato a Milano tra i numeri delle banche per poi tornare nelle sue amate Marche ed aprire la gelateria “Makì” (per la gioia del palato degli abitanti di Fano e dintorni).

Una scelta che Antonio non ha preso da solo, ma con sua moglie Paola, conosciuta proprio in banca e da lì l’idea di un’attività a misura di coppia.

Alla moglie anche il merito di aver fatto conoscere il gelato ad Antonio (che ammette che prima non ne era un gran mangiatore); Paola, infatti, è figlia d’arte provenendo dalla tradizione artigianale della “Bottega del Gelato” della famiglia Cardelli in quel di Milano.

Makì (il nome è in dialetto e vuol dire “è qui”, ma soprattutto suona bene) è veramente un’attività di coppia dove c’è confronto e si integrano le caratteristiche: “mia moglie ha un gran palato e poi è più creativa.. io ci metto il metodo e affino l’idea…”

Insieme al cambio di attività anche la scelta di tornare a studiare e prendere la seconda laurea in scienze politiche. Perché? “mi  mancava una dimensione “più profonda”, la possibilità di un confronto differente e “più ampio”…

Un po’ serioso (lo dice lui), Antonio ha trovato nel mondo del gelato un settore che lo appassiona e soprattutto la libertà e la creatività… insomma un lavoro che lo “fa sentire felice”.

Tutto perfetto quindi? “Amo il mare e con questo lavoro non ho più il tempo di viverlo come vorrei… amo il mediterraneo e mi manca viverlo d’estate”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Barbara Bettera

Scelta dai casting

 

Barbara è entrata nel mondo del gelato “per puro caso e forse un po’ per magia” cogliendo l’opportunità di rilevare l’attività di fronte al bar di famiglia e dicendosi “proviamo!”.

Un’occasione colta al volo, un “colpo di testa” che è diventato “colpo di fulmine”, ma sempre con metodo e lavoro duro perché, come pensa Barbara: “un imprenditore è uno che si butta da un dirupo e si costruisce un aeroplano mentre cade…”

Una favola moderna, una  Alice nel paese delle meraviglie che insegue un bianconiglio al fiordilatte. Però dimenticate l’immagine disneyana di fanciulla indifesa: Barbara ha grinta da vendere… basta chiederlo a chi l’affronta sul tatami negli incontri di karate!

Il laboratorio della sua gelateria non è stato il primo laboratorio in cui è entrata Barbara, la quale, infatti, prima dell’incontro con il gelato studiava chimica farmaceutica (e lavorava nella farmacia del paese): “non sapevo assolutamente nulla ma mi sono trovata subito a mio agio… un po’ “la piccola chimica del gelato”.

Le piace sperimentare trovando gli equilibri giusti e usando i prodotti della natura: una creativa pignola e “perfezionista al 100%”. Un esempio? Sta ricercando ancora adesso la formula del perfetto fiordilatte (che è stato anche il primo gusto che abbia mai fatto).

E le idee per nuovi gusti? “Colgo l’ispirazione dagli ingredienti che incontro tutti i giorni o dai suggerimenti dei miei collaboratori o dai miei clienti.”

E oltre al gelato? Anche gli hobby rispecchiano il suo carattere esplosivo ed armonioso: la moto che è potenza da saper controllare e il karate con il suo essere energia “combattiva” e pacatezza orientale.

Ma non rischiamo che poi faccia un altro colpo di testa e lasci “Il Gelato di Barbara”?

Le sue parole ci tranquillizzano: “oramai mi sono innamorata del gelato… mi appassiona sperimentare e ritrovare nella gente il buon lavoro fatto.”