Mese: Agosto 2017

Stefano Dassie

I casting – scelto dalla redazione

Che da grande avrebbe fatto il gelatiere, Stefano Dassie l’ha sempre saputo.

E non tanto per dovuta discendenza parentale, quanto per puro amore di questo gustoso, saporito lavoro, condito non da pochi sacrifici, ma anche da molte soddisfazioni.

Stefano Dassie: “Nato, cresciuto e morirò in gelateria”.

Effettivamente ha iniziato a camminare tra un mantecatore e un refrigeratore. La gelateria di famiglia era luogo di compiti, di doposcuola, di tempo per stare con mamma e papà, di primi lavoretti.

Ma dopo un anno di studi superiori negli Stati Uniti, mal visto dai professori italiani, la certezza del suo percorso si è accesa come atto di orgoglio all’esame di maturità: “Che mi bocciate o meno, io farò il gelatiere.”

E così è stato, e in un men che non si dica, a testa bassa, Stefano chiede al padre l’opportunità di metterlo alla prova: “Se avrò successo o meno, dovrà dipendere dalle mie capacità e non dai pregiudizi altrui.”

La prima stagione va molto bene, ma Stefano inizia a sentire la pesantezza delle malelingue che lo etichettano “figlio di” e la voglia di riscatto inizia a farsi importante. E allora lavora sodo, impara dai genitori l’arte e la mette da parte: l’arte del sacrificio, l’arte del conquistare anche il cliente più ostico, la gioia del lavoro, l’importanza del sorriso. Ma inizia anche a studiare molto, a seguire corsi, ad approfondire, perché vuole diventare bravo davvero: lo deve ai suoi genitori e lo deve a sé stesso. Si mette alla prova anche con vari concorsi e ne esce sempre molto ben posizionato.

E con il tempo arriva anche la prima vera sfida, quando la famiglia – impegnata nell’apertura di un secondo punto vendita – decide di affidargli la prima attività per un anno come prova: “Ma non chiedermi nemmeno un’ora di ferie” gli dice il padre.

La prova è stata superata con ampio successo: lo testimonia il fatto che negli anni Stefano ha duplicato le gelaterie che oggi godono di ampio successo.

Ormai da tempo i genitori hanno lasciato tutto nelle mani del giovane Stefano, che ha rivoluzionato completamente il sistema di lavoro, ma non la filosofia alla base dello stesso: sacrificio e sorriso.

Stefano Dassie è un ragazzo felice. Lo dice anche il titolo del suo libro: “Il mio gelato nasce con il sorriso”.

È uno che ci mette la faccia in tutto quello che fa. Che prende dei rischi, ma con consapevolezza. Che si è riscattato, ma con sudore. E che è solo all’inizio!

In bocca al lupo Stefano, siamo dalla tua!

Giuseppe Cassola

I casting – scelto dagli utenti.

Giuseppe Cassola. Che personaggio, ragazzi!

Anni di gelateria alle spalle: 48. Una vita da raccontare…

Incredibile il fatto che il personaggio meno social di tutti i nostri partecipanti ai casting abbia stravinto sugli altri! E pensare che lui non sapeva nemmeno che cosa fosse Unconventional Gelato…per scherzo, alcuni conoscenti gli hanno fatto un video.

A malapena conosce le fiere di settore, figuriamoci le vicissitudini social del gelatieri!

Giuseppe Cassola, meglio conosciuto come Beppe, vive felicemente fuori dal mondo. E forse, non a caso, per la sua attività ha scelto un’isola come la Sardegna. “Il gelato di Beppe” si trova a Villasimius, un paradiso terrestre che il nostro “umile gelataio” (così si definisce) ha dovuto abbandonare in piena stagione per venire a registrare la sua puntata a Firenze: “Una tragedia! In 48 anni non ho mai lasciato l’attività, nemmeno per poche ore in piena stagione. Ma dovevo farlo. Dovevo ringraziare tutti coloro che si sono adoperati a esprimermi il loro affetto votandomi.”

Quando conosci Beppe, capisci subito che è uno di quelli che nella vita ne ha passate tante e non ha tempo da sprecare, né parole da tacere. È uno che ha raggiunto il traguardo di guardarsi ogni mattina allo specchio e baciarsi. Il cartello nella sua gelateria cita: “No tests. No samples”. “Se vuoi il mio gelato, devi pagarlo.” Punto.

Nato in mezzo al gelato, è cresciuto nella provincia di Genova, dove per decenni ha seguito con successo varie gelaterie. Nel 2000 molla tutto e decide di lasciare il certo per l’incerto. Chiude un’attività che va molto bene con una clientela molto affezionata e ricomincia da zero nel sud della Sardegna, dove non lo conosce nessuno. Ma lui sa il fatto suo e i tanti errori fatti, da cui si impara, lo hanno reso un gelatiere maturo e consapevole.

Beppe è uno che si rimbocca le maniche, nei mesi di picco turistico dorme 3-4 ore per notte (quando va bene), e la fila fuori dalla gelateria è sempre interminabile, anche se lungo la strada per arrivare da lui ci sono altre 15 gelaterie garantite dalle più svariate autorità del settore. A parte la sua razione giornaliera da mezzo kg di gelato, Beppe mangia solo di notte perché altrimenti di giorno gli viene una certa sonnolenza.

Dello scapestrato che era da giovane è rimasta la vivacità d’animo e di intuito. E nonostante i 48 anni dello stesso mestiere e le notti insonni, gli è rimasta addosso una gioia di lavorare e una freschezza da fare invidia: “Io, mentre produco il gelato, ballo. Da solo in laboratorio. Non sono molto bravo ma tanto nessuno mi vede!”

Per Beppe il gelato non è solo un lavoro, è gioia e sorrisi da regalare, soprattutto ai bambini. I suoi risultati sono tutti appesi alle pareti della sua gelateria: sono i suoi clienti, la loro felicità nel godersi un buon gelato, un momento piacevole. “Ecco perché la gente dovrebbe venire a mangiare il mio gelato: per gustare la felicità.”