Giovanna Musumeci

Pensare all’estate è pensare a Giovanna: fresca, diretta, trasparente, sorridente, divertente, caciarona! Ricca di storia, di sapori, traboccante come la polpa di pomodoro della sua speciale granita che ha preparato per noi di Unconventional.

Giovanna ti arriva. Punto. E con lei arriva tutta una Sicilia da scoprire.

Figlia d’arte, Giovanna Musumeci, entra nel mondo del gelato non molti anni fa. Papà Santo, uno dei gelatieri più conosciuti d’Italia, la ostacola non poco mettendola alla prova, spesso e duramente. Essere “figlia di” non è mai facile.

Però “io sono Giovanna”.

Prima di approdare al gelato Giovanna si laurea in economia, consegue un master in marketing e comunicazione e si dedica anima e corpo a un lavoro bellissimo: la programmazione turistica e culturale della regione Sicilia! Un territorio che conosce a menadito e che ama visceralmente. Tuttavia, dopo diversi anni di esperienza e qualche discrepanza professionale, decide di salutare il datore di lavoro pensando “mai più metterò il mio lavoro nelle mani di un altro”.

Non si può proprio dire che non abbia la capa tosta, Giovanna. Piano piano inizia a lavorare nell’attività di famiglia, assieme a mamma e sorelle, ma lei vuole stare in laboratorio, a spargere le proprie semenze nel territorio di papà…

Inizia con il cake design e con il gelato, ma la passione trabocca sin da subito.

È l’anno in cui Santo Musumeci vince lo Sherbet Festival ed entra di diritto alle selezioni della Coppa del Mondo della Gelateria. Sceglie Giovanna come assistente, con la promessa che un giorno competerà come protagonista.

Ed è così che inizia uno studio matto e appassionato con Luca Caviezel. Solo ora Giovanna si rende conto di essere stata presa sotto l’ala protettiva di un professionista che era – non soltanto un amico di papà – ma in primis uno dei guru della gelateria italiana. Caviezel, per la cronaca, non teneva più corsi da decenni…

“E io gli ho chiesto: io del gelato ho capito questo. Ma è veramente così?” E Caviezel: “Questo è!”.

Giovanna non ha il palato assoluto di Santo Musumeci, ma da lui ha imparato una cosa: che fare un gelato non è bilanciare ingredienti, fare un gelato è raccontare una storia. Dopo avergli fatto assaggiare il suo primo gelato, il padre le chiede: “Non capisco, cosa vuoi dire?” .

Forse il suo master e il suo percorso lavorativo non sono stati casuali, forse dovevano portarla proprio qui, a raccontare le storie del territorio siciliano attraverso un prodotto gastronomico.

La vita, a volte, pare ci faccia sbagliare strada…invece è proprio perfetta così!

Grazie Giovanna, a prestissimo!!!