Tonia Giordano

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Tonia Giordano

Scelta dalla redazione

 

Quella di Tonia è una storia che ha il profumo delle fragole e l’orizzonte del mare. La storia di un fato che ti obbliga a crescere in fretta e di carattere che non ti fa mollare pensando alle pagine ancora da scrivere.

Le fragole sono quelle dell’azienda agricola di famiglia.

Ad un punto della sua vita Tonia, una frizzante studentessa di economia amante della musica e della moda, sceglie di diventare imprenditrice in un altro settore: prima una yogurteria, poi “L’Orso Bianco” la sua gelateria.

“Era un nome che mi piaceva, ma avevo paura che fosse banale… poi un giorno il libreria un bambino fa cadere un libro “La strategia dell’orso bianco” che parlava di come quell’animale riesca a sopravvivere comunque.. ad ogni avversità: mi ci sono ritrovata e quindi era destino che fosse L’Orso Bianco.

 

Inizia l’avventura nel mondo del gelato “… con tanti pasticci ed errori ma sempre con il pallino di fare le cose bene e di qualità con attenzione alle materie prime”, fino a diventare una splendida realtà.

 

Dell’azienda agricola di famiglia Tonia ha tenuto l’amore per i prodotti e la materia prima, ma il laboratorio non è la sua maggiore passione: “…proprio non ci sto stare, ma punto alla qualità e sono brava a trasmettere ai clienti questi miei valori”.

“La mia storia è tutta in salita e mi sento ancora al primo paragrafo” dice Tonia che vede il futuro “con i piedi per terra ma attenta all’occasione giusta”.

 

Un’ultima curiosità: le piacciono i complimenti.

Quindi se passate da Aversa all’Orso Bianco non esitate a porgerli a lei e al suo gelato… se li meritano.

 

 

 

Roberto Galligani

Scelto dai casting

 

“Mi sono dato una missione: divertirmi un po’ oppure smetto”: con queste premesse conoscere Roberto Galliani non può che essere un’esperienza lieve e gustosa come un cono di panna montata (il suo gusto preferito da bambino).

Questa sua missione è iniziata 3 anni fa e Roberto è ancora un gelatiere quindi … si diverte. Attenzione però non confondiamo: vivere il lavoro con leggerezza non vuol dire che lo prenda “alla leggera”.

Nel mondo del gelato Roberto un po’ c’è nato in quanto la famiglia aveva dei bar, un po’ c’è finito per caso perché fare il gelato è un’altra cosa, un po’ l’aveva nel sangue se si pensa al nonno che da bambino spingeva un carretto dei gelati.

Se non si tratta di una “passione da sempre”, possiamo dire che sia diventata man mano una scoperta.. una passione che è venuta con il tempo, gelato dopo gelato e con la volontà di fare un prodotto di qualità e di scoprire sempre nuove possibilità e ormai, ammette, “non riesco a starci senza”.

Alla “Casa del Gelato” il laboratorio è il suo regno che gestisce con maniacale pignoleria (ben supportata e sopportata dalla moglie)… ma Roberto non ama certo sentirsi una “piastrella del laboratorio”  e appena può gli piace passare al banco e raccontare ai clienti il suo gelato, se non fosse che lo mandano sempre via “perché tu offri troppi gelati e noi dobbiamo venderli”.

L’ispirazione? Gli viene di notte in sogno… e poi al mattino prova a farli.

E se invece sogna ad occhi aperti? Si immagina in una Agri-gelateria in Toscana dove fare con il latte appena munto un buon fiordilatte… o, perché no, un bel cono di panna montata

 

 

 

Stefano Guizzetti

Scelto dalla redazione

 

Fra tanti maestri del gelato, Stefano aggiunge di diritto il titolo di “prof.”, essendo docente di un corso di Master Universitario a Parma. Dimenticatevi però l’immagine stereotipata di un accademico tutta teoria: Stefano il gelato lo fa!

Come sempre per capire meglio una persona l’ideale è raccontarne la sua storia… quella di Stefano inizia nel 1982 quando nasce in un paese del bergamasco. Saltiamo al liceo scientifico e poi ad un lavoro in un ufficio di componenti tecnici. Tutto sembra filare tranquillo e su comodi binari, ma Stefano sente il bisogno di “reinventarsi” e così ritorna a studiare: Facoltà di Scienze Alimentari a Parma. Qui incontra il gelato come “sfida tecnica” e oggetto della sua tesi che gli varrà il massimo dei voti.

Ormai il dottor Guizzetti ha “il trip del gelato” (per dirla con le sue parole) che si compone di un mix di passione, curiosità, ricerca, sfida imprenditoriale…

E così arriva Ciaccoun marchio che ora comprende 3 gelaterie  (2 a Parma e una a Milano, ma sono state anche 5… “ma erano troppe per essere gestite al meglio”) e una filosofia semplice da pensare ma complessa da realizzare: “Gelato senz’altro”.

Il nome “Ciacco” ha colti richiami al goloso personaggio dantesco, ma Stefano l’ha scelto principalmente perché suonava bene e ricordava il cioccolato. In pratica un naming (per usare termini da pubblicitario) che anticipa una comunicazione attenta e professionale del prodotto anche grazie al fratello minore Massimo, professionista del settore dell’immagine.

Fare un gelato che sia il più naturale possibile è una sfida tecnica che richiede metodo, sperimentazione ed innovazione” spiega Stefano… ma oltre alle parole conta anche il tono con cui sono dette e così nella sua voce senti anche la passione, l’estro, il gusto della sfida…

Il “nostro prof” è quindi anche un giovane che ha saputo ripartire da zero, che ama lo sport, che ha voglia di ampliare i suoi orizzonti… insomma il personaggio di una storia tutta ancora da scoprire.

 

 

 

Valerio Esposito

Scelto dai casting

 

La “dolce vita” di Valerio nasce in pasticceria, continua in gelateria e guarda ad un futuro cioccolatoso.

Ora proviamo ad immaginarci la faccia del papà di Valerio quando, proprio nel mezzo del Salone Internazionale di Gelateria e Pasticceria, il figlio gli ha detto “non voglio fare il pasticcere come te e nemmeno il cuoco per cui ho studiato: voglio fare il gelato!” … Ma ancora più bello è immaginarci la faccia di un Valerio 18enne quando papà gli risponde “Va bene.. vendo la pasticceria e apriamo una gelateria!”

Una follia, un salto nel buio (o meglio nel gelato) che vede così Valerio diventare gelatiere a 18 anni. Un’opportunità che ha vissuto con responsabilità e maturità, diventando improvvisamente “grande” e sapendo rinunciare alle estati da teenager, alle discoteche, ai classistici divertimenti dei suoi coetanei.

Se questa bella storia di amore paterno ha avuto come scenografia il Sigep, passiamo ora ad un corso di aggiornamento professionale con docente Antonio Mezzalira per un’altra storia d’amore : quella di Valerio e Jennifer. Entrambi giovani e appassionati gelatieri che si incontrano e uniscono i loro destini sul lavoro e nella vita.

Valerio così da giovane imprenditore del gelato diventa (poco meno di 2 anni fa) anche giovane papà.

Tonka, il nome della gelateria di Valerio, è quindi non solo un posto di lavoro ma una famiglia unita dove anche la mamma partecipa (anzi “è lei che comanda”) curandone la gestione.

Curioso e vorace, Valerio ama le persone e le storie che si celano dietro un gusto, un ingrediente, un personaggio. Questo piacere per le storie lo ritroviamo anche nel suo gelato infatti Valerio si lascia ispirare da tutto ciò che incontra e vive. Valerio si sente gelatiere Unconventional per clienti Unconventional “che abbiano voglia di condividere con lui passione e curiosità”

Si è parlato di un futuro dove si sente un’aroma di cioccolato perchè è un mondo che affascia Valerio e che non sembra voglia fermarsi alle tante varietà realizzabili in gelateria.

Ma una cosa appare già sicura nel futuro di Valerio: comunque sarà la sua storia, sarà una storia vissuta con un sorriso aperto e sincero che nemmeno i sempre presenti “baffoni” possono nascondere.

 

 

 

Antonio Luzi

Scelto dalla redazione

 

Immaginatevi di essere un giovane amante del mare, a cui piace il confronto aperto con le persone, la libertà e la creatività.. ebbene, vi vedreste a lavorare nel settore bancario della metropoli milanese?

Se la risposta è “no”, la pensate come Antonio Luzi, che, forte della sua laurea in economia, ha lavorato a Milano tra i numeri delle banche per poi tornare nelle sue amate Marche ed aprire la gelateria “Makì” (per la gioia del palato degli abitanti di Fano e dintorni).

Una scelta che Antonio non ha preso da solo, ma con sua moglie Paola, conosciuta proprio in banca e da lì l’idea di un’attività a misura di coppia.

Alla moglie anche il merito di aver fatto conoscere il gelato ad Antonio (che ammette che prima non ne era un gran mangiatore); Paola, infatti, è figlia d’arte provenendo dalla tradizione artigianale della “Bottega del Gelato” della famiglia Cardelli in quel di Milano.

Makì (il nome è in dialetto e vuol dire “è qui”, ma soprattutto suona bene) è veramente un’attività di coppia dove c’è confronto e si integrano le caratteristiche: “mia moglie ha un gran palato e poi è più creativa.. io ci metto il metodo e affino l’idea…”

Insieme al cambio di attività anche la scelta di tornare a studiare e prendere la seconda laurea in scienze politiche. Perché? “mi  mancava una dimensione “più profonda”, la possibilità di un confronto differente e “più ampio”…

Un po’ serioso (lo dice lui), Antonio ha trovato nel mondo del gelato un settore che lo appassiona e soprattutto la libertà e la creatività… insomma un lavoro che lo “fa sentire felice”.

Tutto perfetto quindi? “Amo il mare e con questo lavoro non ho più il tempo di viverlo come vorrei… amo il mediterraneo e mi manca viverlo d’estate”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Barbara Bettera

Scelta dai casting

 

Barbara è entrata nel mondo del gelato “per puro caso e forse un po’ per magia” cogliendo l’opportunità di rilevare l’attività di fronte al bar di famiglia e dicendosi “proviamo!”.

Un’occasione colta al volo, un “colpo di testa” che è diventato “colpo di fulmine”, ma sempre con metodo e lavoro duro perché, come pensa Barbara: “un imprenditore è uno che si butta da un dirupo e si costruisce un aeroplano mentre cade…”

Una favola moderna, una  Alice nel paese delle meraviglie che insegue un bianconiglio al fiordilatte. Però dimenticate l’immagine disneyana di fanciulla indifesa: Barbara ha grinta da vendere… basta chiederlo a chi l’affronta sul tatami negli incontri di karate!

Il laboratorio della sua gelateria non è stato il primo laboratorio in cui è entrata Barbara, la quale, infatti, prima dell’incontro con il gelato studiava chimica farmaceutica (e lavorava nella farmacia del paese): “non sapevo assolutamente nulla ma mi sono trovata subito a mio agio… un po’ “la piccola chimica del gelato”.

Le piace sperimentare trovando gli equilibri giusti e usando i prodotti della natura: una creativa pignola e “perfezionista al 100%”. Un esempio? Sta ricercando ancora adesso la formula del perfetto fiordilatte (che è stato anche il primo gusto che abbia mai fatto).

E le idee per nuovi gusti? “Colgo l’ispirazione dagli ingredienti che incontro tutti i giorni o dai suggerimenti dei miei collaboratori o dai miei clienti.”

E oltre al gelato? Anche gli hobby rispecchiano il suo carattere esplosivo ed armonioso: la moto che è potenza da saper controllare e il karate con il suo essere energia “combattiva” e pacatezza orientale.

Ma non rischiamo che poi faccia un altro colpo di testa e lasci “Il Gelato di Barbara”?

Le sue parole ci tranquillizzano: “oramai mi sono innamorata del gelato… mi appassiona sperimentare e ritrovare nella gente il buon lavoro fatto.”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Giuseppe Zerbato

Scelto dalla redazione

 

Mani forti e animo gentile, testardaggine contadina e spirito romantico, lena da montanaro e amore per le coccole… ecco un bel po’ di contraddizioni che trovano un equilibrio in Giuseppe Zerbato de Il gelataio. E che sia una persona equilibrata lo si “percepisce a pelle” notando il tatuaggio con il simbolo “Yin e Yang”.

Equilibrio e armonia quindi perché, come dice Giuseppe: “se non c’è armonia non c’è un buon gelato” … e siamo arrivati al gelato! Ma come ci è arrivato lui al gelato?

Se da bambino era il gelato a venire da lui (dolci ricordi!) quando sua mamma lo portava a casa tornando dal lavoro, da adulto Giuseppe non ha imboccato subito la strada del gelatiere, bensì imprenditore edile.

Non è stata la crisi immobiliare, ma la voglia di costruire un lavoro insieme alla moglie (che aveva un’impresa di pulizie) a spingere Giuseppe tra coni e coppette. Ecco che spunta l’animo romantico di “un uomo che crede ancora nelle favole”.

Giuseppe si ritrova al duro lavoro del laboratorio che affronta con la caparbietà di un “testone” che può stare anche 3 anni ( quell’AfterEight proprio non voleva venire bene!) a cercare il gusto giusto, perché “per me il gelato deve essere una coccola: se non è coccoloso al punto giusto non è pronto per i miei clienti”.

 

“Duro e puro” in laboratorio, Giuseppe ama il lavoro fatto bene, magari con ritmi meno vorticosi che quelli in gelateria d’estate e quindi nel tempo libero ama… lavorare! Ma alla velocità del suo trattore curando i campi eredità di famiglia.

Se poi avanza tempo eccolo a faticare sulle montagne. Giuseppe ha scalato il Monte Bianco, il Cervino e le vette del Perù, ma le gite più belle ora sono quelle più rilassate insieme ai figli.

Lavoratore, cuore d’oro e amante dei viaggi: unite le 3 cose e troverete Giuseppe a fare volontariato internazionale in SudAmerica che sia in Perù a addestrare guide alpine o in Brasile ad attivare un commercio equo-solidale.

Tra tutte queste cose Giuseppe però troverà sempre il tempo per fare il gelato, perché (usando le sue parole) “la passione c’è ed è tanta… e poi l’emozione nel trovare il gusto giusto, quello che fa sorridere… e poi la soddisfazione di quel passetto in più che ti avvicina al gusto perfetto che hai in mente… ed è quel passetto in più che mi dona la grinta”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Andrea Cabano

Scelto dai casting

Può un uomo metodico e “programmatore” convivere nello stesso corpo con un uno giullare del gelato? Sì, se si chiama Andrea Cabano!

Una vita che è un po’ una stracciatella (lo dice lui) da dove si può iniziare per raccontarla? Forse da un “Sospiro”, il nome di quella coppa di gelato che il piccolo Andrea chiedeva sempre ai suoi genitori e che quando gli è stata concessa (ci immaginiamo un papà sfinito dalle insistenze fanciullesche) è diventata “il giorno più bello della mia vita”.

Con tali premesse, mantenute a ritmi di quintali di gelato fagocitatisi direbbe che Andrea si sia subito buttato nell’avventura di gelatiere. Invece no! Dopo gli studi di informatica lascia la Liguria per affrontare armato di voglia di fare e incoscienza la metropoli milanese per diventare lì un imprenditore. E ci riesce. Ed anche bene, arrivando ad avere fino a 24 dipendenti. Ma far l’imprenditore informatico a Milano non è la sua strada: è un lavoro troppo arido e freddo per l’animo di Andrea. Aggiungeteci il richiamo del mar Ligure, una famiglia di cuochi, la passione per il gelato: ed ecco Stella Marina, la gelateria di Andrea a La Spezia.

Più che una biografia, abbiamo narrato una storia perché delle storie e delle persone che le vivono è ghiotto anche Andrea: le storie surreali delle strampalate richieste dei clienti che divento le “Tragicomiche avventure” narrate sui social, le storie a fumetti che prendono vita alla Stella Marina, le storie dei due personaggi Bravo e Grazie (uno dei due è Andrea … vi lascio indovinare chi sia il suo compagno di gang) …

A tutto questo aggiungete la voglia di sperimentare, l’hobby del cavallo, i clienti affezionati (in particolare i piccoli clienti), tanti amici e… questa storia vi sembra un po’ pasticciata? Ma vi avevo avvisato che la vita di Andrea è una stracciatella!

 

 

 

Marco Radicioni

Scelto dalla redazione

Spirito vitalespinto da una curiosità voraceche gli fa frullare le idee e prudere le mani fino a quando quelle idee non diventano fatti.

Con queste premesse la vita lavorativa di Marco non poteva che essere ricca e movimentata: imprenditore di una ditta di pulizia, culturista professionista, gestore di palestre, passando per il mondo del catering e… approdando infine al gelato.

 

Gelatiere per caso? Se sei uno che segue le sue passioni e allo stesso tempo hai la passione del gelato forse è meglio dire: gelatiere per destino!

 

“Da bambino – si racconta- in famiglia il gelato non si comprava”, ma Marco recupera tutti i gelati negatidiventando da adulto un mangiatore seriale di gelato… anche 2kg per volta! Una dote che lo farà notare dal titolare di alcune gelaterie romane il quale, oltre a dargli il soprannome di Ivan Drago, lo vorrà alla guida della sua “ammiraglia”.

10 mesi dopo Marco apre la sua OTALEG! La gelateria dove tutto, e non solo il nome, è al contrario: il cliente prima trova il laboratorio a vista e dopo il bancone.

 

La gelateria è l’unico posto dove entri con la curiosità di un bambino e provi esperienze da gourmet spendendo pochi euro” non è solo come la pensa Marco, ma anche come la vive.

E così la curiosità di bambino diventa voglia di sperimentare nuovi gusti e nuovi accostamenti, ma con una professionalità e un “lentezza” che è un marchio di fabbrica:  dall’idea creativa alla “matematica realizzazione” studiando metodo e ingredienti.

 

Marco ha due figli piccoli: “che bello vedere che faccia fanno quando mangiano il mio gelato”…

e una moglie che “è quella che mi tiene fermo altrimenti mi sarei già catapultato in mille progetti”.

Eh, già… c’è sempre qualche nuova idea da realizzare! Ma non è che poi lascerà il mondo del gelato?

Nessun problema, usando le sue parole, “ormai non ne esco più da questa malattia del gelato”.

 

Premi vinti, passaggi in tv, l’esperienza di una gelateria a Parigi, viaggi all’estero… sarebbero tante le cose della sua vita, ma Marco si racconta meglio parlando al futuro… un futuro in cui  “la gente dirà vado a mangiarmi un otalegal posto che un gelato” (lo dice lui, ma con molta ironia!)

 

 

Ida di Biaggio

Scelta dai casting

Spirito da bambina curiosa per questa “piccola peste” a cui piace creare, sperimentare e riscoprirevoglia di “giocare”, ma soprattutto di imparare e di crescere.

Ida ha voglia di assaggiare la vita con tutti i suoi gusti e riscoprire quelli della tradizione, una tradizione molto femminile e famigliare e come tutti i bambini intelligenti e pieni di energia deve superare un primo breve momento di timidezza per poi dare libero sfogo alla sua creatività.

Non è figlia d’arte ma la famiglia è ispirazione per i gusti con le torte tradizionali mentre la nonna è la consulente ufficiale per il pistacchio date le origini siciliane.

Gli studi scolastici sono quelli di ragioneria ma il primo approccio è stato appunto un lavoro giovanile durante le vacanze estive come cameriera in una gelateria: “ non mi facevano mai entrare nel laboratorio e mi è rimasta questa curiosità” racconta.

Poi negli anni Ida sviluppa altre esperienze lavorative in particolare modo la personal shopper, mestiere dal quale ha preso questa attitudine di prendersi cura del cliente.

Ma poi la passione la fa tornare nel mondo del gelato ed apre Novecento! la SUA gelateria a Pescara

“ma sei pazza” è quello che in famiglia le hanno detto quando ha annunciato che avrebbe aperto una gelateria!

Si definisce una piccola peste a cui non piace programmare, ma le piace sperimentare, osare, giocare e lasciarsi ispirare.

Organizza corsi di gelato per bambini che fanno il gelato (di solito gusto fragola) con i genitori dall’altra parte del vetro del laboratorio e poi lo si mangia tutti insieme…è un modo di fare educazione e cultura del gusto.

I concetti che accomuna al suo modo di fare il gelato sono: trasmettere passione attraverso il gusto ai clienti, ma anche con il lavoro a chi le sta a fianco e chi lavora con lei e fare cultura del gusto con i bambini ma anche con tra gli adulti.

Per Ida il gelato deve risvegliare emozioni!

Alla domanda “cosa ti ha spinto e cosa continua a spingerti a fare il gelato” Ida risponde:

“passione, solo la passione ”
“è la voglia di creare… il gelato è per me come una tela bianca per il pittore… una miccia che accende un’emozione
“Quella di esprimermi, creare è per me un’esigenza personale… oltre alla gioia di vedere l’emozioni degli altri quando assaggiano…”

GRANDE IDA!!!